< Numeri 11

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[1] Un giorno gli Israeliti si lamentavano senza motivo contro il Signore, Al sentirli il Signore si riempì di sdegno contro di loro e provocò un incendio, che devastò una zona ai lati dell' accampamento.
[2] Il popolo si mise a gridare e chiamò in aiuto Mosè. Egli pregò il Signore per loro, e il fuoco si spense.
[3] Quella località fu chiamata dagli Israeliti Tabera (incendio), appunto perché il Signore aveva incendiato il loro accampamento.
[4] Un altro giorno il gruppo di stranieri, che si erano uniti al popolo d' Israele, fu preso da un gran desiderio di mangiar carne. Anche gli Israeliti ripresero a lamentarsi e a dire: "Avessimo almeno un po' di carne!
[5] Vi ricordate quel che mangiavamo in Egitto? Senza spendere un soldo avevamo pesce, angurie, meloni, porri, cipolle e aglio!
[6] Qui non c' è più niente, e siamo già deperiti. Non si vede altro che manna!".
[7] La manna aveva la forma dei semi di coriandolo e lo stesso colore della resina.
[8] Essa si posava di notte sull' accampamento insieme alla rugiada e, al mattino, il popolo andava in giro a raccoglierla.
[9] La schiacciavano con due pietre da macina e la riducevano in polvere in un mortaio; poi la cuocevano nelle pentole oppure facevano delle focacce. La manna aveva il sapore delle focacce all' olio.
[10] Mosè sentì gli Israeliti lamentarsi e piangere, radunati in famiglia davanti all' ingresso delle proprie tende. Il Signore si riempì di forte sdegno e Mosè, preso da un gran dolore,
[11] gli domandò: - Perché mi tratti così? Perché non sei più benevolo con me e carichi sulle mie spalle il peso di tutta questa gente
[12] Non l' ho voluto io questo popolo, non sono stato io a metterlo al mondo, eppure mi ordini di portarlo in braccio, come una balia con un bambino, e di condurlo nella terra che hai promesso ai suoi antenati
[13] Dove vado a prendere carne per tutta questa gente che si lamenta e mi dice: Dacci carne da mangiare
[14] Non ce la faccio, io da solo, a portare il peso di tutto questo popolo: è troppo per me
[15] Se vuoi proprio trattarmi in questo modo, fammi morire! Allora manifesterai la tua bontà verso di me, e io non dovrò più subire questa triste sorte.
[16] Il Signore rispose a Mosè: - Raduna settanta uomini stimati, che tu conosci, tra gli anziani e i responsabili del popolo. Li condurrai alla tenda dell' incontro, e si presenteranno alla mia presenza accanto a te
[17] Io interverrò per parlare con te. Prenderò un po' dello spirito che ti ho dato, per effonderlo su di loro. Così essi potranno aiutarti a portare il peso di questo popolo, e non sarai più solo a farlo
[18] Comunica al popolo d' Israele quest' ordine: Preparatevi per domani con un rito di purificazione. Avrete carne da mangiare, perché il Signore ve ne darà
[19] Ne avrete non soltanto per un giorno o due, oppure per cinque o dieci o venti giorni,
[20] ma per un mese intero, finché ne avrete nausea, tanto che vi uscirà dal naso! Così sarete puniti, perché avete rifiutato il Signore che abita in mezzo a voi, e vi siete lamentati con lui di aver lasciato l' Egitto.
[21] Mosè esclamò: - Il popolo in marcia con me conta non meno di seicentomila uomini. E tu prometti di dar loro da mangiare carne per un mese?
[22] Non sarebbe sufficiente neanche ammazzare tutto il nostro bestiame; non basterebbe nemmeno pescare tutti i pesci del mare!
[23] Il Signore rispose: - Ma la potenza del mio braccio non può arrivare a questo? Vedrai presto, se quel che ho detto, si realizzerà o no!
[24] Mosè andò a comunicare al popolo d' Israele il messaggio del Signore. Poi radunò settanta anziani e li fece disporre attorno alla tenda sacra
[25] Il Signore intervenne dalla nube e parlò con Mosè. Prese un po' dello spirito che era su Mosè per effonderlo su ciascuno dei settanta anziani. Appena lo spirito si posò su di essi, cominciarono a parlare come profeti, ma poi smisero.
[26] Due uomini, uno di nome Eldad e l' altro Medad, che erano nell' elenco dei settanta anziani, erano rimasti nell' accampamento, invece di recarsi alla tenda. Lo spirito si posò anche su di loro, e così, si misero a parlare come profeti in mezzo all' accampamento.
[27] Un ragazzo corse ad avvertire Mosè. - Eldad e Medad, - gli disse, - stanno facendo i profeti in mezzo all' accampamento.
[28] Giosuè, figlio di Nun, che fin da ragazzo era stato aiutante di Mosè, disse: - Mosè, mio signore, falli smettere!
[29] Ma Mosè rispose: - Sei geloso per me? Invece, volesse davvero il Signore comunicare il suo spirito a tutto il popolo d' Israele, e tutti diventassero profeti!
[30] Allora Mosè e i settanta anziani d' Israele tornarono nell' accampamento.
[31] Il Signore fece soffiare dal mare un vento, che condusse stormi di quaglie e le abbatté sull' accampamento. Ce n' erano attorno al campo per la distanza di un giorno di cammino in tutte le direzioni, e coprivano il suolo fino a mucchi di circa un metro.
[32] Per raccogliere le quaglie il popolo impiegò quel giorno, la notte e tutto il giorno seguente. Chi aveva raccolto meno quaglie di tutti, ne aveva migliaia di chili. Gli Israeliti distesero le quaglie intorno all' accampamento per farle seccare al sole.
[33] Mentre avevano ancora quella carne sotto i denti, prima di finire di masticarla, il Signore si riempì di sdegno contro di loro e li colpì con una terribile epidemia.
[34] Quella località fu chiamata Kibrot-Taava (Tombe dell' Ingordigia), appunto perché là seppellirono gli Israeliti ingordi di carne.
[35] Da Kibrot-Taava il popolo d' Israele andò ad accamparsi a Cazerot.