< Giobbe 29

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[1] Giobbe riprese a parlare:
[2] "Come vorrei tornare indietro: al tempo in cui Dio mi proteggeva,
[3] quando la sua luce splendeva su di me e con essa superavo le tenebre.
[4] Allora mi sentivo nel pieno delle mie forze e Dio guidava la mia casa;
[5] l' Onnipotente era con me ed ero circondato dai miei figli.
[6] C' era una grande abbondanza di latte, l' olio scorreva a fiumi dai miei frantoi.
[7] Allora uscivo e mi recavo in piazza, sedevo nel consiglio della città;
[8] quando arrivavo i giovani si facevano da parte e gli anziani si alzavano in piedi.
[9] I capi interrompevano i loro discorsi e con la mano sulla bocca invitavano al silenzio;
[10] gli uomini più importanti rimanevano muti, tenevano la bocca chiusa.
[11] Chiunque mi ascoltava e mi vedeva parlava bene di me e delle mie azioni,
[12] perché soccorrevo il povero in cerca di aiuto, proteggevo l' orfano indifeso.
[13] Chi era stato in grave pericolo mi lodava, ridavo serenità e sicurezza alle vedove.
[14] Allora vivevo nel rispetto del diritto, ero l' immagine della giustizia;
[15] guidavo per mano i ciechi, gli zoppi si appoggiavano a me;
[16] ero un padre per i poveri, prendevo a cuore i diritti degli stranieri.
[17] Frantumavo i denti dei malvagi, li costringevo a lasciare la preda.
[18] Allora pensavo: "Morirò a casa mia, vecchio, sazio di giorni,
[19] sarò come un albero lungo un corso d' acqua, con i rami coperti di rugiada ogni notte.
[20] Sarò sempre pieno di salute, forte come un arco ben teso".
[21] Tutti aspettavano per ascoltarmi, facevano silenzio per ricevere i miei consigli.
[22] Io parlavo e nessuno replicava, le mie parole erano assorbite come gocce d' acqua;
[23] mi ascoltavano a bocca aperta, mi desideravano come la pioggia di primavera.
[24] Io sorridevo loro, quando erano sfiduciati e la loro tristezza non oscurava il mio volto.
[25] Stavo a capo di tutti e li guidavo, ero come un re in mezzo al suo esercito ed ero anche il consolatore degli afflitti.