< Giobbe 17

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[1] Il mio respiro si spegne, è giunta la fine; una tomba è pronta ad accogliermi.
[2] Sono circondato da calunniatori, non chiudo occhio per l' amarezza che provo.
[3] Ti prego, o Dio, garantisci tu per me. Nessun altro potrebbe darmi una mano.
[4] Tu hai reso gli uomini irragionevoli, perciò non permettere che essi trionfino.
[5] Si dice: "Chi guadagna tradendo gli amici avrà figli ciechi".
[6] Ora, tutti applicano a me questo proverbio, e mi sputano in faccia.
[7] Sono quasi accecato dal dolore; sono diventato l' ombra di me stesso.
[8] Questo sgomenta gli uomini onesti, l' innocente si indigna di fronte al malvagio.
[9] Ma chi è onesto continua per la sua strada e chi ha le mani pulite sarà incoraggiato.
[10] Vanno e vengono in continuazione, ma non ne trovo uno che ragiona.
[11] "I miei giorni passano, i miei piani e i miei sogni svaniscono.
[12] Gli uomini scambiano la notte con il giorno, dicono che la luce è più vicina delle tenebre.
[13] Anche se spero, la mia dimora è nel mondo dei morti, là sarò disteso nell' oscurità.
[14] Alla fossa ho detto: "Tu sei mio padre! al verme ho detto: "Tu mi sei madre e sorella".
[15] Dove sei, ora, mia speranza? Chi ti vedrà più?
[16] Scenderai con me nel mondo dei morti, assieme finiremo nella polvere".