< Geremia 26

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[1] Il Signore diede queste istruzioni a Geremia all' inizio del regno di Ioiakim figlio di Giosia:
[2] "Va' nel cortile del tempio e parla a quelli che vengono da tutte le città di Giuda per partecipare alle cerimonie religiose. Ripeti esattamente quel che ti ho comandato di dire loro: non tralasciare nemmeno una delle mie parole.
[3] Forse ti ascolteranno e la smetteranno di comportarsi male. Allora non li punirò più come avevo pensato di fare.
[4] Parlerai a nome mio e dirai: Ascoltatemi, e comportatevi secondo la legge che vi ho dato.
[5] Mettete in pratica quel che dicono i miei servi, i profeti. Io ho continuato a mandarveli, ma voi non li avete ascoltati.
[6] Se continuerete a disubbidire, distruggerò questo tempio come ho distrutto quello di Silo e questa città diventerà per tutte le nazioni della terra un esempio della mia maledizione".
[7] I sacerdoti, i profeti e tutta la gente presente udirono Geremia che annunziava questo messaggio nel tempio del Signore.
[8] Appena Geremia finì di riferire al popolo le parole che il Signore gli aveva ordinato di dire, i sacerdoti, i profeti e i presenti lo afferrarono gridando: "A morte! A morte!
[9] Come osi dire a nome del Signore che questo tempio sarà distrutto come quello di Silo e che questa città sarà devastata e rimarrà senza abitanti?". Tutta la gente che si trovava nel tempio si era intanto affollata intorno a Geremia.
[10] I capi di Giuda vennero informati di quanto accadeva. Salirono subito dal palazzo reale al tempio del Signore e si sedettero ai loro posti vicino alla nuova porta.
[11] Allora i sacerdoti e i profeti, rivolti alle autorità e a tutti i presenti dissero: "Quest' uomo dev' essere condannato a morte perché ha parlato contro la nostra città. L' avete sentito poco fa con i vostri orecchi".
[12] Ma Geremia rispose alle autorità e alla folla: "è stato il Signore che mi ha mandato ad annunziare quel che avete sentito, contro questo tempio e contro questa città.
[13] Cambiate la vostra condotta e il vostro modo d' agire; ubbidite a quanto vi dice il Signore vostro Dio. Allora egli rinunzierà a punirvi con le disgrazie che ha minacciato.
[14] Quanto a me, sono nelle vostre mani: fate di me come vi sembra bene e giusto.
[15] Però, pensateci bene. Se mi uccidete, sarete responsabili della morte di un innocente, voi e tutti gli abitanti di questa città, perché il Signore mi ha davvero mandato ad annunziarvi chiaramente queste cose".
[16] Allora le autorità e la folla dissero ai sacerdoti e ai profeti: "Non possiamo condannare a morte quest' uomo! Ci ha davvero parlato a nome del Signore nostro Dio".
[17] A questo punto, alcuni membri del consiglio degli anziani si alzarono e dissero alla gente che si era radunata:
[18] "Durante il regno di Ezechia re di Giuda, il profeta Michea di Moreset ripeteva a tutta la gente di questa regione quel che gli aveva cominciato il Signore dell' universo: "Sion sarà arata come un campo, Gerusalemme diventerà un mucchio di rovine e il monte del tempio si trasformerà in un bosco selvaggio".
[19] "Ebbene, il re Ezechia e la gente di Giuda hanno forse ucciso il profeta per questo? No, hanno avuto timore del Signore e hanno calmato la sua ira. Così il Signore ha rinunziato a colpirli con le disgrazie minacciate. Noi invece con le nostre azioni stiamo per tirarci addosso un castigo terribile".
[20] Al tempo di Geremia, anche un altro uomo parlava a nome del Signore. Si chiamava Uria ed era figlio di un certo Semaia, originario di Kiriat-Iearim. Egli parlava contro Gerusalemme e contro Giuda, proprio come Geremia.
[21] Il re Ioiakim, le sue guardie e i suoi ministri udirono i discorsi di Uria. Il re lo fece ricercare per ucciderlo, ma Uria, avvertito in tempo, fuggì pieno di paura e si rifugiò in Egitto.
[22] Allora il re Ioiakim mandò laggiù i suoi uomini guidati da Elnatan, figlio di Acbor.
[23] Costoro portarono Uria fuori dell' Egitto e lo condussero davanti al re che lo fece uccidere con un colpo di spada. Il suo cadavere fu gettato nella fossa comune.
[24] Invece Geremia era protetto da Achikam figlio di Safan. Grazie a lui, non fu consegnato nelle mani del popolo che voleva farlo morire.