< Isaia 46

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[1] "A Babilonia il dio Bel è sconfitto, il dio Nebo abbattuto. I loro idoli sono portati via su bestie da soma come un peso, un carico insopportabile per questi animali sfiniti:
[2] stramazzati a terra, sono incapaci di portare in salvo il loro peso. Gli stessi idoli sono deportati.
[3] Ascoltatemi, discendenti di Giacobbe, superstiti del mio popolo Israele. Vi ho seguiti dal giorno della vostra nascita; vi ho protetti dal momento in cui avete visto la luce.
[4] Sarò lo stesso fino alla vostra vecchiaia, vi sosterrò fin quando avrete i capelli bianchi. Come ho già fatto, continuerò ad aver cura di voi, vi aiuterò e vi salverò.
[5] A chi potete paragonarmi o assomigliarmi? Con chi confrontarmi per trovarlo simile a me?
[6] Alcuni tirano fuori dalle borse argento e oro, li pesano e incaricano un orefice di costruire un dio, davanti al quale si inchineranno e rivolgeranno le loro preghiere.
[7] Poi prendono il loro dio, se lo caricano sulle spalle, lo mettono sul piedistallo e gli danno un posto. Il dio resta là, buono e immobile. Se gli si rivolge una supplica, non risponde e non salva nessuno dalla sua miseria.
[8] "Ricordatevelo, increduli, riflettete e agite da uomini.
[9] Ricordate la vostra storia passata: il Signore sono io e nessun altro. Non c' è un Dio uguale a me.
[10] Fin dall' inizio ho preannunziato gli eventi. Molto tempo prima ho predetto quel che non è ancora accaduto. Dichiaro qual è il mio piano ed esso si realizzerà. Farò quel che ho deciso.
[11] Ho chiamato un uomo dall' oriente: egli arriva come un uccello da preda e darà compimento ai miei piani. L' ho chiamato da una terra lontana. L' ho detto e lo faccio, l' ho pensato e lo compio.
[12] Ascoltatemi, gente avvilita: a voi la mia salvezza sembra lontana,
[13] ma ora la faccio avvicinare, non è più lontana da voi. La liberazione non tarderà: porto io stesso la salvezza a Sion e comunico a Israele la mia gloria".