< Genesi 37

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[1] Giacobbe abitava in Canaan, là dove suo padre era vissuto come forestiero.
[2] E questa è la storia della famiglia di Giacobbe. Giuseppe aveva diciassette anni quando pascolava i greggi con i suoi fratelli, i figli di Bila e di Zilpa, concubine di suo padre. Giuseppe riferiva al padre le cattiverie che riguardavano i suoi fratelli.
[3] Giacobbe amava Giuseppe più di tutti gli altri suoi figli, perché era il figlio avuto nella sua vecchiaia, e gli fece fare un vestito molto bello.
[4] I fratelli si accorsero che il padre amava Giuseppe più di tutti loro e arrivarono a odiarlo tanto da non essere più capaci di rivolgergli serenamente la parola.
[5] Una volta Giuseppe fece un sogno. Quando lo raccontò ai suoi fratelli, questi lo odiarono ancora di più.
[6] Fratelli, - aveva detto loro, - vi prego, ascoltate il sogno che ho fatto!
[7] Al tempo della mietitura noi stavamo legando covoni di grano nei campi. A un tratto il mio covone si alzò e rimase dritto in piedi, mentre tutti i vostri si misero attorno al mio e gli si inchinarono davanti.
[8] Vuoi forse essere il nostro re e dominarci? - gli risposero i fratelli. E lo odiarono ancor più, sia per i suoi sogni, sia per il modo di raccontarli.
[9] Poi Giuseppe fece un altro sogno e raccontò anche quello ai suoi fratelli. Disse loro: - Ho fatto un altro sogno: il sole, la luna e undici stelle si inchinavano fino a terra dinanzi a me.
[10] Raccontò questo sogno anche a suo padre, il quale lo rimproverò: - Ma che vai sognando? - gli disse. - Tutti noi: io, tua madre e i tuoi fratelli dovremmo venire a inchinarci fino a terra davanti a te?
[11] I suoi fratelli erano gelosi di lui. Suo padre invece pensava spesso a queste cose.
[12] I fratelli di Giuseppe si erano recati nella contrada di Sichem per portarvi al pascolo il gregge del padre.
[13] Un giorno Giacobbe disse a Giuseppe: - I tuoi fratelli stanno pascolando i greggi in Sichem. Ti devo mandare da loro. - Va bene! - rispose Giuseppe.
[14] - Va' a vedere come stanno i tuoi fratelli e i greggi, - riprese Giacobbe. - Poi vieni a dirmelo. Così Giacobbe mandò Giuseppe dalla valle di Ebron a Sichem. Arrivò,
[15] e stava andando qua e là per la campagna, quando un uomo lo incontrò e gli disse: - Che cosa cerchi?
[16] Cerco i miei fratelli, - egli rispose. - Stanno pascolando i greggi. Sai dirmi dove si trovano?
[17] - Sono andati via di qui! - rispose quell' uomo. - Ho udito che dicevano: andiamocene dalle parti di Dotan! Allora Giuseppe partì alla ricerca dei suoi fratelli e li trovò a Dotan.
[18] Essi lo videro quand' egli era ancora lontano, e prima che li avesse raggiunti complottarono per farlo morire.
[19] Ecco, sta arrivando il nostro sognatore! - dicevano fra loro. -
[20] Non perdiamo tempo! Uccidiamolo e gettiamo il suo corpo in una cisterna. Poi diremo che l' ha divorato una bestia feroce. Così vedremo a che gli servono i suoi sogni!
[21] Ma Ruben li aveva uditi e volle salvare Giuseppe. Perciò disse: - Non dobbiamo ucciderlo.
[22] E aggiunse: - Non commettete un assassinio! Basta gettarlo in qualche cisterna nel deserto! Non colpitelo con le vostre stesse mani. Diceva così per poterlo salvare e riportarlo a suo padre.
[23] Intanto Giuseppe giunse presso i suoi fratelli. Subito essi gli tolgono quel bel vestito che portava.
[24] Poi lo prendono e lo gettano in una cisterna vuota e senz' acqua.
[25] Mentre i fratelli stavano là seduti per mangiare, a un certo punto alzarono gli occhi e videro arrivare una carovana di Ismaeliti: proveniva dal Galaad e si recava in Egitto. I cammelli erano carichi di svariate merci: resina odorifera, balsamo, laudano.
[26] Giuda disse ai suoi fratelli: "Che guadagno c' è a uccidere nostro fratello e a nascondere questo delitto?
[27] Invece di fargli del male, vendiamolo a questi Ismaeliti; dopotutto egli fa parte della nostra famiglia, è nostro fratello!". I suoi fratelli furono d' accordo.
[28] Così quando quei mercanti madianiti passarono di lì, fecero uscire Giuseppe dalla cisterna e glielo vendettero per venti pezzi d' argento. E quelli lo portarono in Egitto.
[29] Quando Ruben tornò alla cisterna non vi trovò più Giuseppe. Allora, disperato, si stracciò le vesti,
[30] tornò dai suoi fratelli e gridò: Il ragazzo non c' è più! Che cosa farò io adesso?
[31] Allora scannarono un capretto, presero la veste di Giuseppe e la bagnarono nel sangue.
[32] Poi la mandarono al loro padre con questo messaggio: "Abbiamo trovato questa veste: osservala bene e vedi se è quella di tuo figlio".
[33] Egli la riconobbe e gridò: "è proprio la veste di mio figlio! Una belva feroce l' avrà ucciso! Giuseppe è stato sbranato!".
[34] Disperato, Giacobbe si stracciò le vesti, prese il lutto e pianse per suo figlio molti giorni.
[35] Gli altri figli e le figlie tentarono di consolarlo, ma egli non volle lasciarsi confortare. Diceva: "Rimarrò in lutto finché morirò, fino a quando raggiungerò mio figlio nel mondo dei morti", e continuò a piangere.
[36] I Madianiti intanto, dopo aver portato Giuseppe in Egitto, lo vendettero a Potifar, l' uomo di fiducia del faraone e capo delle sue guardie.