[1] Isacco era diventato vecchio. La sua vista si era tanto indebolita da non vederci più. Un giorno chiamò suo figlio maggiore: - Figlio mio, - gli disse. - Eccomi, - rispose Esaù.
[2] Io sono vecchio, - continuò Isacco, - e posso ormai morire da un momento all' altro.
[3] Prendi dunque i tuoi attrezzi da caccia, l' arco e le frecce. Esci in campagna e ammazza un po' di selvaggina.
[4] Poi preparami un piatto saporito, come piace a me, e portamelo. Io lo mangerò e poi ti darò la mia benedizione, prima di morire.
[5] Rebecca aveva ascoltato quel che Isacco diceva a suo figlio Esaù. Perciò quando egli se ne fu andato a caccia, in cerca di selvaggina da portare a suo padre,
[6] disse al figlio Giacobbe: - Ho udito tuo padre dire a tuo fratello Esaù:
[7] "Portami un po' di selvaggina e preparami un buon piatto saporito. Io lo mangerò; poi ti darò la benedizione alla presenza del Signore, prima di morire".
[8] Ora, figlio mio, ascoltami bene e fa' quel che ti dico.
[9] Va' subito al gregge e prendimi due bei capretti. lo cucinerò per tuo padre un piatto di suo gusto.
[10] Lo porterai a tuo padre perché lo mangi, e così, prima di morire darà a te la benedizione.
[11] - Ma mio fratello Esaù è peloso, - disse Giacobbe a sua madre Rebecca, - io invece ho la pelle liscia.
[12] Se mio padre vorrà toccarmi scoprirà che lo sto ingannando e così attirerò su di me una maledizione e non la benedizione.
[13] - Cada su di me questa maledizione! - gli rispose sua madre. - Tu, però, figlio mio, dammi retta: va' e portami i capretti.
[14] Allora Giacobbe andò, prese i capretti e li portò alla madre; essa ne preparò un piatto appetitoso, secondo il gusto di suo padre.
[15] Rebecca prese i vestiti di Esaù, suo figlio maggiore, i più belli, che aveva in casa, e li fece indossare a Giacobbe, il minore.
[16] Con la pelle dei capretti gli ricoprì le mani e il collo.
[17] Poi gli mise in mano la carne e il pane che aveva preparati.
[18] Egli andò da suo padre e gli disse: - Padre! - Sì, figlio mio, - rispose Isacco, - ma chi sei, tu?
[19] - Io sono Esaù, il tuo primogenito, -rispose Giacobbe a suo padre; - ho fatto quel che mi hai comandato. Vieni ora a sederti e mangia la selvaggina. Poi mi darai la benedizione.
[20] - Come hai fatto presto a trovarla, figlio mio! - disse Isacco. E Giacobbe rispose: - Il Signore, il tuo Dio, me l' ha fatta incontrare.
[21] Allora Isacco disse a Giacobbe: - Avvicinati, figlio mio, perché io possa toccarti e capire se veramente sei Esaù, o no.
[22] Giacobbe si avvicinò. Suo padre lo palpò e disse: - La voce è quella di Giacobbe, ma le braccia sono quelle di Esaù!
[23] Non lo riconobbe perché le sue braccia erano ricoperte di peli, come quelle di Esaù. Perciò lo benedisse.
[24] Ma gli chiese: - Sei veramente mio figlio Esaù? - Certo! - rispose Giacobbe.
[25] Allora, figlio mio, - disse Isacco, - dammi il piatto con la selvaggina. Io la mangerò, poi ti darò la benedizione. Giacobbe glielo servì ed egli mangiò. Gli portò anche del vino ed egli bevve.
[26] Quindi suo padre Isacco gli disse: - Avvicinati, figlio mio, e abbracciami.
[27] Giacobbe allora si avvicinò al padre e lo abbracciò. Isacco sentì l' odore dei suoi vestiti e gli diede la benedizione. Disse: "L' odore di mio figlio è davvero come il buon odore di un campo che il Signore ha benedetto.
[28] Dio ti conceda rugiada dal cielo e terra fertile, frumento e vino in gran quantità.
[29] Ti servano i popoli, davanti a te si pieghino le nazioni. Sarai il padrone dei tuoi fratelli. Si inchineranno davanti a te i figli di tua madre. Sia maledetto chi ti maledice e benedetto chi ti benedice!".
[30] Subito dopo avere ricevuto la benedizione paterna Giacobbe uscì. Si era appena allontanato da suo padre, quando suo fratello Esaù rientrò dalla caccia.
[31] Preparò anch' egli un buon piatto appetitoso, andò da suo padre e gli disse: - Padre, preparati a mangiare la selvaggina che ti ho portato. Poi mi darai la benedizione.
[32] Ma tu chi sei? - gli chiese Isacco. Egli rispose: - Io sono tuo figlio Esaù, il maggiore.
[33] Allora Isacco fu scosso da un tremito fortissimo e disse: - Ma allora chi è colui che ha cacciato selvaggina? Io ho già mangiato tutto quel che mi ha portato e poi l' ho anche benedetto. E benedetto resterà.
[34] Appena ebbe udite le parole di suo padre, Esaù si mise a urlare, pieno di profonda amarezza. Poi disse a suo padre: - Padre, benedici anche me!
[35] Isacco rispose: - Tuo fratello è venuto con un inganno e ti ha rubato la benedizione. Esclamò Esaù:
[36] Non per niente gli è stato dato il nome di Giacobbe!, infatti mi ha già ingannato due volte: prima si è impadronito dei miei diritti di primogenito e ora s' è presa anche la mia benedizione. Poi aggiunse: - Non ti è più rimasta nessuna benedizione per me?
[37] Isacco rispose a Esaù: - Io ho già stabilito che Giacobbe sia tuo padrone. Tutti i suoi fratelli dovranno servirlo. Non gli mancheranno frumento e vino. E adesso, che cosa posso fare per te?
[38] Esaù disse a suo padre: - Ma tu, padre, hai una sola benedizione? Benedici anche me! E scoppiò in pianto.
[39] Allora suo padre gli disse: "Tu dovrai stabilirti lontano dai terreni fertili, lontano dalla rugiada che scende dall' alto dei cieli.
[40] Ti procurerai da vivere con la tua spada e dovrai servire tuo fratello. Ma quando non ne potrai più spezzerai il suo giogo e lo getterai lontano dal tuo collo".
[41] Ormai Esaù odiava Giacobbe a causa della benedizione che suo padre gli aveva data. Pensava di ucciderlo e diceva fra sé: "Aspetto solamente che sia morto mio padre".
[42] Ma qualcuno riferì a Rebecca l' intenzione di Esaù, suo figlio maggiore. Essa allora fece chiamare il figlio minore, Giacobbe, e gli disse "Sta' attento! Tuo fratello Esaù vuole vendicarsi e ucciderti.
[43] Quindi, figlio mio, dammi retta: fuggi di qui. Va' a Carran, da mio fratello Labano.
[44] Resterai con lui qualche tempo, fino a quando tuo fratello non si sarà calmato.
[45] Ti manderò a prendere quando la sua collera verso di te sarà placata, ed egli avrà dimenticato quel che gli hai fatto. Non voglio perdervi tutti e due in un sol giorno".
[46] Rebecca disse a Isacco: "A causa delle donne ittite di Esaù ho perso il gusto di vivere. Se anche Giacobbe prende in mogli una del paese, una Ittita, preferisco morire!"