< Esdra 3

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[1] Nel settimo mese dell' anno gli Israeliti si erano ormai sistemati nelle diverse città e poterono convocare un assemblea generale a Gerusalemme.
[2] Allora Giosuè figlio di Iozedak, con gli altri sacerdoti della sua famiglia, e Zorobabele figlio di Sealtiei, con i suoi parenti, ricostruirono l' altare del Dio d' Israele, per offrire sacrifici, come è scritto nella legge di Mosè, uomo di Dio.
[3] Avevano paura della gente del luogo, perciò costruirono subito l' altare là dove sorgeva prima e su di esso offrirono al Signore i sacrifici del mattino e della sera.
[4] Celebrarono la festa delle Capanne come era prescritto: in ognuno dei sette giorni della festa offrirono i sacrifici stabiliti.
[5] -6 Da allora in poi continuarono a offrire i vari sacrifici ogni giorno, all' inizio del mese, nelle feste del Signore, e ogni volta che qualcuno faceva offerte volontarie al Signore. Cominciarono il primo giorno del settimo mese, ma le fondamenta del tempio non erano ancora state poste.
[7] Allora la gente diede denaro per assumere tagliapietre e carpentieri. Si raccolsero viveri, bevande e olio per mandarli ai mercanti di Sidone e di Tiro in cambio di legname di cedro del Libano da trasportare per mare fino a Giaffa.
[8] Per fare tutto questo avevano ricevuto l' autorizzazione dal re di Persia. Cominciarono la ricostruzione un anno e due mesi dopo il loro ritorno al luogo del tempio. Si misero all' opera Zorobabele figlio di Sealtiel, Giosuè figlio di Iozadak e i loro parenti, i sacerdoti, i leviti e tutti quelli che erano tornati a Gerusalemme dall' esilio. I leviti che avevano più di vent' anni furono incaricati di dirigere i lavori.
[9] Giosuè, i suoi figli e fratelli, Kadmiel, Binnui e Odavia sorvegliavano insieme i lavori del tempio; con loro c' erano anche i leviti discendenti di Chenadad, i loro figli e i loro fratelli.
[10] Quando si gettarono le fondamenta del tempio del Signore, intervennero i sacerdoti vestiti dei loro paramenti, con le trombe, e i leviti discendenti di Asaf con i cembali per innalzare inni al Signore, come un tempo aveva ordinato Davide re d' Israele.
[11] A cori alterni cantavano l' inno: "Il Signore è buono, eterno è il suo amore per Israele". Tutti gridavano di gioia e ringraziavano il Signore perché venivano gettate le fondamenta del tempio.
[12] Molti sacerdoti, leviti e capifamiglia anziani si ricordavano del tempio precedente: vedendo le fondamenta del nuovo tempio, li, davanti ai loro occhi, piangevano commossi. Molti altri invece gridavano di gioia.
[13] Ed era impossibile distinguere tra grida di gioia e di pianto, perché il clamore della folla era tale che lo si poteva udire da lontano.