< Ezechiele 31

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[1] Nell' undicesimo anno dalla deportazione, il primo giorno del terzo mese, il Signore mi disse:
[2] "Ezechiele, di' al faraone d' Egitto e al suo numeroso popolo: A chi potrai essere paragonato per la tua grandezza?
[3] A un pino, anzi a un cedro del Libano, dai rami magnifici e dall' ombra folta, dal tronco slanciato, con la cima in mezzo alle nubi.
[4] La pioggia l' aveva nutrito, un fiume sotterraneo l' aveva fatto crescere. L' acqua prima bagnava le sue radici, poi scorreva come un ruscello verso gli altri alberi della campagna.
[5] Era diventato il più maestoso di tutti gli alberi, i suoi rami erano lunghi e ricchi di foglie, per l' acqua abbondante che l' aveva fatto crescere.
[6] Fra i rami facevano il nido uccelli d' ogni specie, sotto le sue foglie gli animali selvatici davano alla luce i loro piccoli, alla sua ombra viveva gente di tutti i popoli.
[7] Era un albero stupendo, dai rami estesi, perché le sue radici raggiungevano l' acqua del fiume sotterraneo.
[8] Nel giardino di Dio nessun cedro era simile a lui, nessun cipresso era paragonabile ai suoi rami, nessun platano frondoso come loro. Nessun albero nel giardino di Dio uguagliava la sua bellezza.
[9] Io l' avevo reso splendido, con rami superbi, e tutti gli altri alberi dell' Eden, il giardino di Dio, ne erano gelosi.
[10] "Ma io, Dio, il Signore, affermo: il cedro è cresciuto sempre più, la sua cima ha raggiunto le nubi e lui è diventato orgoglioso.
[11] Per questo io l' ho abbandonato e l' ho dato in mano al più potente re della terra che lo tratterà come merita la sua iniquità.
[12] Abbattuto da stranieri senza pietà, giace abbandonato sui monti. Le sue fronde e i suoi rami spezzati sono caduti lungo le valli e i corsi d' acqua della regione. La gente che viveva alla sua ombra è fuggita, l' ha lasciato solo.
[13] Gli uccelli si posano sul suo tronco sradicato, gli animali selvatici vagano fra i suoi rami.
[14] Tutto questo è accaduto perché più nessun albero, anche se ben irrigato, arrivi con la cima in mezzo alle nubi e diventi orgoglioso della propria altezza. Infatti come gli uomini, anche gli alberi devono morire, sparire sotto terra, raggiungere quelli già scesi nella fossa
[15] "Io, Dio, il Signore, dichiaro che quando il cedro è sceso nel mondo dei morti, ho imposto il lutto alla natura: a causa sua ho fermato il fiume sotterraneo, ho interrotto lo scorrere delle sue acque abbondanti. Per lui ho oscurato le montagne del Libano e ho fatto deperire gli alberi della campagna.
[16] Quando ho fatto cadere quel cedro e gli ho fatto raggiungere quelli che stanno nel mondo dei morti, i popoli l' hanno sentito cadere e hanno tremato di paura; ma laggiù tutti gli alberi dell' Eden, e quelli più belli e rigogliosi del Libano, ne hanno avuto piacere.
[17] Anche loro sono scesi sotto terra con le vittime della guerra, loro che erano il suo sostegno e che vivevano alla sua ombra fra le nazioni
[18] "Nessun albero dell' Eden era splendido e grande come te. Ma insieme a loro anche tu sarai gettato sotto terra, nel mondo dei morti. Giacerai con le vittime della guerra e con chi non mi onora. Questa è la fine del faraone e di tutta la popolazione dell' Egitto. Lo affermo io, Dio, il Signore!".