< Ester 9

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[1] Venne il tredici del dodicesimo mese, il mese di Adar. In quel giorno doveva essere eseguito il precedente decreto del re, e i nemici degli Ebrei speravano di averli in loro potere. Ma accadde tutto il contrario: gli Ebrei ebbero la rivincita sui loro nemici.
[2] In tutte le province dell' impero, in ogni città, gli Ebrei si radunarono nei quartieri loro riservati e organizzarono l' attacco contro i nemici. Nessuno riuscì ad opporsi perché dappertutto la gente aveva paura degli Ebrei.
[3] Anche le autorità delle province, i governatori, i prefetti e i rappresentanti del governo aiutavano gli Ebrei per paura di Mardocheo.
[4] Si era infatti diffusa la voce, nelle varie province, che ora Mardocheo a corte era molto potente. La sua autorità cresceva sempre più.
[5] Così gli Ebrei colpirono, uccisero e distrussero i loro nemici, perché potevano fare di loro quello che volevano.
[10] Nella cittadella di Susa gli uccisi furono cinquecento; tra questi, i dieci figli di Aman, il persecutore degli Ebrei, il figlio di Ammedata l' Agaghita. Eccone i nomi: Parsandata, Dalfon, Aspata, Porata, Adalia, Aridata, Parmasta, Arisai, Aridai e Vaizata. Gli Ebrei però non toccarono i loro beni.
[11] Il giorno stesso il re fu informato del numero delle persone uccise nella cittadella.
[12] Disse allora alla regina Ester: - Solo nella cittadella gli Ebrei hanno ammazzato cinquecento persone, oltre ai dieci figli di Aman. Chissà che strage nelle altre province! Hai altre richieste? Ti sarà concesso quel che vuoi.
[13] Ester rispose: - Se non hai niente in contrario lascia che a Susa gli Ebrei facciano anche domani come si è fatto oggi; inoltre ordina di appendere in pubblico i corpi dei dieci figli di Aman.
[14] Il re comandò di fare così, e l' ordine fu reso noto a Susa. I corpi dei figli di Aman furono appesi in pubblico.
[15] Il quattordici del mese di Adar gli Ebrei di Susa si radunarono ancora e uccisero altri trecento uomini, ma non saccheggiarono i loro beni.
[16] Nelle province, il tredici del mese gli Ebrei si erano organizzati per difendersi, e si erano liberati dai loro nemici: ne uccisero in tutto settantacinquemila, però non toccarono i loro beni.
[17] Il quattordici di Adar essi non continuarono le uccisioni, ma fecero una giornata di festa e di banchetti.
[18] A Susa, invece, la festa fu il quindici, dopo le uccisioni dei due giorni precedenti.
[19] Questo è il motivo per cui gli Ebrei dei villaggi festeggiano il quattordici di Adar con banchetti, allegre riunioni e scambi di regali.
[20] Mardocheo fece scrivere il resoconto di questi avvenimenti, e mandò lettere a tutti gli Ebrei dell' impero, vicini e lontani.
[21] Ordinava che ogni anno il 14 e il 15 del mese di Adar fossero giorni di festa.
[22] Quelli, infatti, erano i giorni in cui gli Ebrei avevano messo fine agli attacchi dei loro nemici. In quel mese il loro dolore si era mutato in gioia, i giorni di lutto erano diventati giorni di letizia. Tutti perciò dovevano far festa, organizzare pranzi, scambiarsi regali e fare doni ai poveri.
[23] Gli Ebrei continuarono a celebrare ogni anno la ricorrenza, richiamandosi a queste parole di Mardocheo:
[24] "Aman, figlio di Ammedata l' Agaghita, nemico degli Ebrei, aveva progettato di sterminarli. Aveva usato il "pur" - cioè il sorteggio - per fissare la data del massacro.
[25] Ma Ester supplicò il re, e questi diede ordini scritti, per cui il male che Aman voleva fare agli Ebrei è ricaduto su di lui. Lui e i suoi figli sono finiti sulla forca.
[26] Quei giorni si chiamano Purim perché pur vuoi dire sorteggio". Sia per le istruzioni contenute nella lettera di Mardocheo sia per i fatti importanti che erano accaduti,
[27] gli Ebrei decisero di celebrare quei due giorni di festa ogni anno senza eccezione alla data fissata nella lettera. La tradizione resta in vigore anche per tutti i loro discendenti e per chiunque vuole diventare Ebreo.
[28] Da allora in poi ogni famiglia ebraica ricorda e celebra questa festa in ogni città e regione. Gli Ebrei non tralasceranno mai questa festa dei Purim; anche i loro discendenti la ricorderanno sempre.
[29] Insieme a Mardocheo anche la regina Ester, figlia di Abicail, scrisse un' altra lettera, molto autorevole, a proposito dei Purim.
[31] La mandò agli Ebrei delle centoventisette province dell' impero. Augurava pace e benessere e stabiliva di celebrare fedelmente i giorni dei Purim alla data fissata, secondo le norme volute da Mardocheo e dalla regina Ester. Gli Ebrei, infatti, le avevano messe in vigore per sé e per i loro discendenti al pari delle norme sui digiuni e le invocazioni che li accompagnano. Le disposizioni di Ester vennero raccolte in un libro.