< Neemia 4

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[1] Ad un certo punto Sanballat, Tobia, gli Arabi, gli Ammoniti e gli abitanti della zona di Asdod si resero conto che la ricostruzione delle mura di Gerusalemme andava avanti bene e che le brecce venivano riparate. Allora si irritarono molto
[2] e si misero d' accordo per venire ad assalire Gerusalemme e crearvi confusione.
[3] Noi pregammo il Signore di aiutarci e stabilimmo turni di guardia di giorno e di notte per difenderci da quella gente.
[4] Durante il lavoro gli Israeliti cantavano: "Le macerie sono tante, ma le braccia sono stanche; quando mai si arriverà a rifare la città?".
[5] I nostri nemici, intanto, ci credevano all' oscuro del loro progetto e pensavano: "Piomberemo loro addosso all' improvviso, li massacreremo e metteremo fine ai lavori".
[6] Almeno una decina di volte, i nostri connazionali che abitavano vicino ai nemici vennero a dirci: "Rifugiatevi presso di noi".
[7] Allora incaricai i vari gruppi familiari di organizzarsi per la difesa con spade, lance e archi e di mettersi sotto le mura, dietro qualche riparo, là dove c' erano spazi indifesi.
[8] Considerai la situazione, poi mi rivolsi alle autorità, ai capi e al popolo: "Non spaventatevi - dissi - per questi nemici. Non dimenticate che nessuno può resistere alla grandezza del Signore. Combattete per le vostre case, i vostri fratelli, le vostre mogli, i vostri figli e le vostre figlie!".
[9] I nostri nemici si resero conto che noi avevamo scoperto i loro piani. Così Dio mandò all' aria i loro progetti e noi potemmo tornare tutti ai nostri lavori sulle mura.
[10] Ma, da quel momento, solo metà delle persone lavorava per la ricostruzione; l' altra metà faceva la guardia, protetta da corazze e armata di lance, di scudi e di archi. I capi sorvegliavano tutto il popolo.
[11] Anche quelli che lavoravano sulle mura o trasportavano il materiale tenevano gli attrezzi per il lavoro in una mano, e un' arma nell' altra.
[12] Mentre lavoravano, i muratori portavano una spada alla cintura e accanto a me c' era il trombettiere, pronto a dare l' allarme.
[13] Alle autorità, ai capi e al popolo, io avevo dato queste istruzioni: "Il lavoro è molto e la città è vasta, perciò siamo costretti a lavorare dispersi sulle mura, lontano gli uni dagli altri.
[14] Dovunque vi troviate, se sentirete suonare la tromba, radunatevi tutti intorno a me. Se ci sarà da combattere, il Signore ci aiuterà".
[15] Così continuammo a lavorare, dalle prime luci dell' alba fino a notte, e metà degli uomini si teneva pronta con la spada in mano.
[16] Per la notte avevo dato questi ordini: ogni gruppo, con il suo capo, doveva fermarsi a Gerusalemme in modo che tutti fossero organizzati sia per il lavoro durante il giorno sia per la guardia durante la notte.
[17] Io stesso, i miei parenti, i miei servi e gli uomini della mia scorta abbiamo sempre passato la notte vestiti e con le armi a portata di mano.