< Giudici 4

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[1] Dopo la morte di Eud il popolo d' Israele andò di nuovo contro la volontà del Signore.
[2] A causa della loro condotta il Signore abbandonò gli Israeliti in potere del re cananeo Iabin, che regnava ad Azor. Comandante del suo esercito era Sisara, che risiedeva ad Aroset-Goim.
[3] Iabin aveva novecento carri da guerra di ferro e da venti anni opprimeva duramente Israele. Allora gli Israeliti invocarono l' aiuto del Signore.
[4] In quel tempo, la profetessa Debora, moglie di Lappidot, era giudice, capo d' Israele.
[5] Il popolo andava da lei per aver giustizia. Essa accoglieva gli Israeliti in una località tra Rama e Betei, nel territorio collinare di Efraim, seduta sotto una palma, che fu poi chiamata palma di Debora.
[6] Un giorno essa mandò a chiamare Barak, figlio di Abinoam, che stava a Kedes di Neftali, e gli disse: - Questi sono gli ordini del Signore Dio d' Israele: "Va' e prendi con te diecimila uomini della tribù di Neftali e di Zabulon e portali con te sul monte Tabor.
[7] Il Signore attirerà Sisara, il comandante di Iabin, al torrente Kison con i suoi carri e le sue truppe, e li farà cadere nelle vostre mani".
[8] Barak le disse: - Se vieni anche tu, ci vado; altrimenti no.
[9] Essa rispose: - Sì, verrò con te. Ma questo non ti farà onore, perché il Signore darà Sisara in mano a una donna!
[10] Debora andò con Barak a Kedes, dove egli aveva convocato le tribù di Zabulon e di Neftali. Diecimila uomini si misero in marcia con lui. E Debora li accompagnava.
[11] In quel tempo Eber il Kenita era andato ad accamparsi vicino a Kedes presso la quercia di Bezaannaim. Egli si era separato dagli altri Keniti, discendenti di Obab, suocero di Mosè.
[12] Appena riferirono a Sisara che Barak, figlio di Abinoam, era salito sul monte Tabor,
[13] egli trasferì tutti i suoi novecento carri da guerra di ferro, e le sue truppe. Da Aroset-Goim andarono verso il torrente Kison.
[14] Allora Debora disse a Barak: "Su, coraggio! Il Signore combatte per te! Oggi stesso farà cadere Sisara nelle tue mani". Barak scese dal monte Tabor seguito dai suoi diecimila soldati.
[15] Il Signore, alla testa dell' esercito di Barak, sbaragliò Sisara con tutti i suoi carri e le sue truppe. Sisara saltò giù dal carro e scappò a piedi.
[16] Barak inseguì il carro di Sisara e le sue truppe fino ad Aroset-Goim; tutti i soldati di Sisara furono uccisi e non se ne salvò nemmeno uno.
[17] Intanto Sisara corse a piedi fino alla tenda di Giaele, la moglie di Eber il Kenita, che era alleato di Iabin, re di Azor.
[18] Giaele andò incontro a Sisara e gli disse: - Fermati! Fermati qui da me! Non aver paura. Egli entrò nella sua tenda e lei lo coprì con un tappeto.
[19] Egli le disse: - Ho sete. Dammi un po' d' acqua da bere. Essa prese del latte, gli diede da bere e lo coprì di nuovo.
[20] Lui le disse ancora: - Sta' davanti alla tenda. Se ti domandano: "C' è qualcuno?", rispondi di no.
[21] Sisara era molto stanco e si addormentò subito. Allora Giaele tolse un picchetto dalla tenda, prese in mano un martello e si avvicinò a Sisara senza far rumore. Gli conficcò nelle tempia il picchetto, ma così forte che rimase piantato anche in terra. Sisara passò dal sonno alla morte.
[22] Barak continuava a inseguire Sisara. Giaele gli andò incontro e gli disse: "Vieni, ti farò vedere l' uomo che cerchi". Egli entrò nella tenda: Sisara era steso a terra, morto, con il picchetto piantato nelle tempia.
[23] Quel giorno il Signore stroncò davanti a Israele la prepotenza di Iabin, re di Canaan.
[24] Da allora, Israele non diede più tregua a Iabin, re di Canaan, finché lo eliminò.