< Geremia 52

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[1] Sedecia aveva ventun anni quando divenne re. Regnò a Gerusalemme per undici anni. Sua madre si chiamava Camital, ed era figlia di un certo Geremia che veniva dalla città di Libna.
[2] Sedecia si comportò male, offese il Signore, come aveva fatto il re Ioiakim.
[3] Tutto questo accadde perché grande era la collera del Signore contro Gerusalemme e il regno di Giuda, al punto che egli aveva deciso di scacciare lontano da sé il suo popolo. Sedecia si era ribellato contro Nabucodonosor, re di Babilonia.
[4] Nel nono anno del regno di Sedecia, il giorno dieci del decimo mese Nabucodonosor arrivò sotto Gerusalemme con tutto il suo esercito. Le truppe si accamparono di fronte alla città, le costruirono attorno dei terrapieni
[5] e la tennero assediata fino all' undicesimo anno del regno di Sedecia.
[6] In quell' anno si esaurirono le scorte di viveri della città e la fame divenne insopportabile per la popolazione. Il giorno nove del quarto mese
[7] i Babilonesi aprirono una breccia nelle mura della città. Tutti i soldati che erano a difesa di Gerusalemme cercarono di fuggire durante la notte. Passarono attraverso la porta fra le due mura che si apre sul giardino del re e si diressero verso la valle del Giordano, nonostante l' assedio dei Babilonesi.
[8] Ma l' esercito babilonese inseguì il re Sedecia e lo raggiunse nella pianura vicino a Gerico. Tutti i suoi soldati l' avevano abbandonato.
[9] I Babilonesi lo fecero prigioniero e lo condussero dal re di Babilonia che allora si trovava nella regione di Camat, a Ribla. Qui, il re di Babilonia pronunziò la sentenza contro Sedecia
[10] e la fece eseguire sul posto: ordinò di uccidere i figli di Sedecia sotto gli occhi del padre e fece uccidere anche tutti i capi di Giuda.
[11] Poi fece cavare gli occhi a Sedecia, ordinò di legarlo con una doppia catena e di condurlo a Babilonia. Qui lo fece gettare in carcere dove rimase fino al giorno della sua morte.
[12] Nell' anno diciannovesimo del regno di Nabucodonosor, il dieci del quinto mese entro in Gerusalemme il comandante generale Neburadan, personaggio molto influente alla corte del re di Babilonia.
[13] Egli fece incendiare il tempio del Signore, il palazzo reale e le case di Gerusalemme, soprattutto quelle più grandi.
[14] Le truppe babilonesi, agli ordini del comandante generale, demolirono completamente le mura che circondavano Gerusalemme.
[15] Il comandante generale Nabuzaradan deportò la popolazione che era rimasta in città, qualche famiglia povera, gli ultimi artigiani e i disertori che erano passati dalla parte dei Babilonesi.
[16] Lasciò invece in Giuda la gente più povera per coltivare le vigne e i campi.
[17] I Babilonesi fecero a pezzi le colonne di bronzo, i carrelli e la grande vasca di bronzo che si trovavano nel tempio e portarono tutto questo a Babilonia.
[18] Presero anche i vasi per la cenere, le palette, gli smoccolatoi, le bacinelle, i mestoli e tutti gli altri oggetti di bronzo usati nel servizio del tempio.
[19] Il comandante generale portò via anche gli oggetti d' oro e d' argento: tazze, bracieri, bacinelle, caldaie, candelabri, bicchieri e coppe.
[20] Non è possibile calcolare il peso del bronzo impiegato da Salomone per costruire tutti gli arredi del tempio: le due colonne, la grande vasca appoggiata sui dodici buoi di bronzo e i carrelli.
[21] Le due colonne erano alte ciascuna circa nove metri con una circonferenza di circa sei metri; erano vuote all' interno e avevano uno spessore di quattro dita.
[22] Ognuna era sormontata da un capitello, alto circa due metri e mezzo, decorato tutt' attorno da rami di melograno intrecciati. Il tutto era di bronzo. Le due colonne erano identiche e avevano anche la stessa decorazione.
[23] Sui rami intrecciati tutt' attorno si contavano cento melagrane: di queste, novantasei erano disposte sui quattro lati.
[24] Il comandante generale fece portar via come prigionieri Seraia, capo dei sacerdoti e Sofonia che era secondo in autorità, insieme con altri tre responsabili dell' ingresso del tempio.
[25] Egli fece anche portar via un funzionario, responsabile delle truppe e sette uomini del personale di corte rimasti in città, l' aiutante del capo dell' esercito, incaricato di arruolare i soldati, e altri sessanta personaggi importanti che aveva catturati a Gerusalemme.
[26] Nabuzaradan, il comandante generale, li prese e li condusse dal re di Babilonia a Ribla,
[27] nella regione di Camat. Qui il re li fece uccidere.
[28] Questo è l' elenco degli abitanti del territorio di Giuda fatti deportare da Nabucodonosor: nell' anno settimo del suo regno: 3023;
[29] nell' anno diciottesimo: 832 deportati da Gerusalemme;
[30] nell' anno ventitreesimo: 745 deportati per ordine di Nabuzaradan, comandante generale. In tutto furono deportate 4600 persone.
[31] Trentasette anni dopo la deportazione di Ioiachin re di Giuda, diventò re di Babilonia Evil-Merodach. Il venticinque del dodicesimo mese di quell' anno, Evil-Merodach concesse la grazia a Ioiachin e lo fece uscire dalla prigione.
[32] Lo trattò con grande bontà e gli assegnò un posto d' onore superiore a quello degli altri re che erano prigionieri con lui a Babilonia.
[33] Gli permise di non indossare più la divisa dei prigionieri e di mangiare a tavola con lui per il resto della sua vita.
[34] Fino alla sua morte, Ioiachin ricevette sempre dal re di Babilonia tutto il necessario per il suo mantenimento.