< Genesi 50

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[1] Giuseppe si gettò sul corpo di suo padre, lo abbracciò e pianse.
[2] Poi ordinò ai medici suoi servi di imbalsamarlo. E i medici fecero come aveva detto.
[3] Lavorarono per quaranta giorni: questo infatti è il tempo richiesto per un' imbalsamazione. Gli Egiziani portarono il lutto per settanta giorni.
[4] Terminato il tempo del lutto Giuseppe parlò alle persone della corte del faraone: "Se mi siete amici, - disse, - vi prego di riferire a Sua Maestà queste mie parole:
[5] Mio padre mi ha fatto giurare che dopo la sua morte io lo avrei seppellito nella tomba che si era preparata nella terra di Canaan. Ora chiedo di andare là a seppellire mio padre. Poi tornerò qui".
[6] "Va' pure a seppellire tuo padre, - gli fece rispondere il faraone, - mantieni il giuramento che gli hai fatto".
[7] Giuseppe si mise in viaggio per andare a seppellire suo padre. Lo accompagnarono tutti i funzionari del faraone, i dignitari della corte reale e le autorità dell' Egitto:
[8] con loro tutta la famiglia di Giuseppe, i suoi fratelli e le persone della famiglia di suo padre. Nella regione di Gosen rimasero solamente i ragazzi, le greggi e gli armenti.
[9] Nel corteo c' erano anche carri da guerra e cavalieri: era un corteo veramente maestoso.
[10] Quando arrivarono al di là del Giordano, presso l' Aia di Atad, celebrarono solenni e imponenti onoranze funebri. Giuseppe tenne per suo padre un altro lutto di sette giorni.
[11] Quando gli abitanti di quel luogo, i Cananei, videro il rito funebre che si svolgeva sull' Aia di Atad, dissero: "Questo è un grave lutto per gli Egiziani". Così quel luogo, che è al di là del Giordano, fu chiamato Abel-Mizraim (Lutto degli Egiziani).
[12] I figli di Giacobbe fecero per lui tutto quello che egli aveva loro comandato:
[13] lo trasportarono nella terra di Canaan e lo seppellirono nella grotta di Macpela, di fronte a Mamre, proprio in quella grotta che Abramo aveva comprato, insieme al campo, da Efron l' Ittita per farne la tomba di famiglia.
[14] Dopo aver seppellito suo padre, Giuseppe ritornò in Egitto con i suoi fratelli e tutti quelli che l' avevano accompagnato per il funerale.
[15] Dopo che il padre era morto, i fratelli di Giuseppe parlarono tra di loro: "Ora Giuseppe potrebbe incominciare a trattarci male, dicevano, vorrà vendicarsi di tutto il male che gli abbiamo fatto".
[16] Mandarono quindi qualcuno da Giuseppe per dirgli: "Prima di morire tuo padre ci ha dato quest' ordine:
[17] "Dite a Giuseppe: perdona, ti prego, la cattiveria e il peccato dei tuoi fratelli". Ora anche noi ti supplichiamo: perdona a noi, servitori del Dio di tuo padre, il nostro peccato". Quando gli riferirono queste parole Giuseppe si mise a piangere.
[18] Poi i fratelli di Giuseppe andarono personalmente da lui, gli si inchinarono davanti, faccia a terra, e dissero: - Eccoci tuoi schiavi!
[19] Ma Giuseppe rispose loro: - Non abbiate paura! Io non sono Dio, non posso giudicarvi.
[20] Volevate farmi del male, ma come oggi si vede, Dio ha voluto trasformare il male in bene per salvare la vita a un popolo numeroso.
[21] Dunque non abbiate paura. Io mi prenderò cura di voi e delle vostre famiglie. Parlò loro in modo molto affettuoso e li incoraggiò.
[22] Giuseppe e la famiglia di suo padre rimasero in Egitto. Giuseppe visse centodieci anni.
[23] Vide nascere i figli e i nipoti di suo figlio Efraim e adottò i figli di suo nipote Machir, figlio di Manasse.
[24] Un giorno Giuseppe disse ai suoi fratelli: "Io sto per morire. Ma Dio sicuramente vi aiuterà. Vi farà uscire dall' Egitto per condurvi nella terra che ha solennemente promesso ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe".
[25] E aggiunse: "Dio si prenderà certo cura di voi. Perciò giuratemi di portare via di qui le mie ossa".
[26] Giuseppe morì all' età di centodieci anni. Fu imbalsamato e deposto in un sarcofago, in Egitto.