< Ezechiele 29

Listen to this chapter • 3 min
[1] Nel decimo anno dalla deportazione, il dodicesimo giorno del decimo mese, il Signore mi disse:
[2] "Ezechiele, rivolgi al faraone, re d' Egitto, queste minacce contro di lui e contro l' intero Egitto.
[3] Riferiscigli quel che io, Dio, il Signore, annunzio: "Agirò contro di te faraone, re d' Egitto. Come un coccodrillo mostruoso giaci in mezzo al fiume Nilo. Affermi che il Nilo è tuo, perché l' hai fatto tu.
[4] Ma io metterò ganci nelle tue mascelle e farò attaccare alle tue scaglie i pesci del tuo fiume. Poi ti tirerò fuori dal Nilo con tutti quei pesci attaccati alle tue scaglie.
[5] Getterò nel deserto te e tutti quei pesci. Cadrai morto a terra, e nessuno ti raccoglierà per seppellirti. Ti lascerò in pasto agli uccelli e agli animali feroci.
[6] Allora tutti gli abitanti dell' Egitto riconosceranno che io sono il Signore. "Il sostegno che hai dato agli Israeliti è stato fragile come quello di una canna.
[7] Quando si sono appoggiati a te, ti sei spezzato nelle loro mani, li hai feriti alle spalle e li hai fatti vacillare sui fianchi.
[8] E io, Dio, il Signore, dichiaro che manderò contro di te un esercito e distruggerò gli uomini e gli animali.
[9] L' Egitto diventerà un deserto desolato e tutti riconosceranno che io sono il Signore. "Tu hai detto che il Nilo è tuo, perché è opera tua.
[10] Per questo agirò contro di te e contro il tuo fiume. Trasformerò l' intero Egitto in un deserto desolato, dalla città di Migdol a nord fino alla città di Siene e alla frontiera con l' Etiopia a sud.
[11] Né uomo né animale passeranno più di là, per quarant' anni nulla vi potrà vivere.
[12] Farò diventare l' Egitto il deserto più desolato che esista: le sue città rimarranno in rovina per quarant' anni, e disperderò gli Egiziani tra popoli e paesi stranieri.
[13] "Ma io, Dio, il Signore, dichiaro che alla fine dei quarant' anni riunirò gli Egiziani che avevo disperso fra i popoli.
[14] Cambierò la loro sorte, li farò ritornare nella regione di Patros loro terra d' origine. Là formeranno un piccolo regno,
[15] il più debole di tutti. Lo renderò tanto piccolo che non sarà più capace di dominare le altre nazioni.
[16] Gli Egiziani non rappresenteranno più una sicurezza per gli Israeliti: anzi questi si ricorderanno di aver agito male quando si sono rivolti all' Egitto per avere aiuto. Allora riconosceranno che io sono Dio, il Signore".
[17] Nel ventisettesimo anno dalla deportazione, il primo giorno del primo mese, il Signore mi parlò:
[18] "Ezechiele, Nabucodonosor, re di Babilonia, ha imposto un grande sforzo al suo esercito contro la città di Tiro: per i pesi portati, i soldati hanno la testa calva e le spalle scorticate. Ma il re e il suo esercito non hanno tratto alcun profitto dallo sforzo fatto contro Tiro.
[19] Ebbene io, Dio, il Signore, dichiaro: "Darò l' Egitto in mano a Nabucodonosor, re di Babilonia. Lo deprederà, lo spoglierà di tutto, porterà via tutte le sue ricchezze: queste saranno la ricompensa per il suo esercito.
[20] Gli do l' Egitto come pagamento dell' impresa compiuta contro Tiro, perché il suo esercito ha lavorato per me. L' affermo io, Dio, il Signore.
[21] "Quando questo accadrà, ridarò forza agli Israeliti e a te, Ezechiele, il potere di parlare loro; ed essi riconosceranno che io sono il Signore".