< 2 Cronache 30

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[1] Ezechia decise di invitare tutti gli abitanti del paese a celebrare la Pasqua del Signore, Dio d' Israele, nel suo tempio a Gerusalemme. Decise perciò di mandare lettere d' invito anche alle tribù di Efraim e Manasse nel regno d' Israele al nord.
[2] Il re, d' accordo con le autorità e l' assemblea degli abitanti di Gerusalemme, stabilì di celebrare la Pasqua nel secondo mese dell' anno.
[3] Non era stato possibile celebrarla nel primo mese sia perché i sacerdoti non si erano ancora purificati in numero sufficiente sia perché il popolo non si era radunato a Gerusalemme.
[4] Il re e l' assemblea del popolo furono d' accordo. Stabilirono
[5] di mandare a tutti gli Israeliti, da Bersabea a sud fino a Dan a nord, l' invito di venire a Gerusalemme per la Pasqua del Signore Dio d' Israele. Solo pochi, infatti, l' avevano già celebrata secondo le prescrizioni.
[6] Partirono messaggeri per le località di tutto il territorio d' Israele e di Giuda. Avevano le lettere firmate dal re e dalle autorità. Per ordine del re dappertutto facevano questo discorso agli Israeliti del nord: "Voi vi siete salvati dagli Assiri che hanno conquistato il paese. Ora ritornate al Signore, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe e Dio ritornerà a voi.
[7] Non imitate l' infedeltà dei vostri padri e dei vostri fratelli. Avete visto come il Signore, Dio dei vostri padri, li ha mandati in rovina.
[8] Non ostinatevi come fecero i vostri padri, fate un passo verso il Signore. Venite nel suo tempio, che egli ha consacrato per sempre; ubbidite al Signore vostro Dio, ed egli non sarà più contro di voi.
[9] Se voi tornerete al Signore, anche i vostri parenti e i vostri figli avranno un trattamento migliore là dove sono deportati e forse potranno tornare in questa terra. Il Signore vostro Dio, infatti, è misericordioso e clemente e non trascura quelli che si rivolgono a lui".
[10] Di città in città, i messaggeri ripeterono questo discorso nei territori delle tribù di Efraim e Manasse e giunsero fino in quelli della tribù di Zabulon. Ma la gente li derideva e li prendeva in giro.
[11] Però alcune persone delle tribù di Aser, di Manasse e di Zabulon riconobbero le loro colpe e decisero di venire a Gerusalemme.
[12] Nel territorio di Giuda, invece, Dio fece in modo che tutti fossero concordi nell' ubbidire all' ordine da lui suggerito al re e alle autorità.
[13] Nel secondo mese dell' anno moltissime persone vennero a Gerusalemme per celebrare la festa dei Pani non lievitati. Era un' assemblea numerosissima.
[14] Per prima cosa eliminarono gli altari di altri dèi, che si trovavano a Gerusalemme, anche quelli per le offerte d' incenso, e li gettarono nel torrente Cedron.
[15] Il giorno quattordici del secondo mese furono uccisi gli agnelli per la Pasqua. I sacerdoti e i leviti si vergognarono di non essere ancora purificati e, dopo averlo fatto, poterono offrire nel tempio i sacrifici completi.
[16] Secondo la legge di Mosè, i sacerdoti si misero a loro posto: i leviti portavano loro il sangue ed essi lo spargevano sull' altare.
[17] Tra la gente molti non si erano purificati e perciò non potevano compiere riti in onore del Signore. Allora i leviti li sostituirono nell' uccisione degli agnelli.
[18] Queste persone mangiarono ugualmente l' agnello pasquale, anche se era proibito dalle norme scritte. Così fecero moltissime persone provenienti dalle tribù di Efraim, Manasse, Issacar e Zabulon, perché Ezechia aveva fatto questa preghiera: "Signore, tu sei buono, perdona
[19] queste persone che non hanno osservato le norme della purificazione. Esse hanno deciso sinceramente di essere fedeli a te, Signore, Dio dei loro padri".
[20] Il Signore ascoltò la preghiera di Ezechia e perdonò quella gente.
[21] Gli Israeliti presenti a Gerusalemme celebrarono con grande gioia la settimana della festa dei Pani non lievitati. Ogni giorno i sacerdoti e i leviti lodavano il Signore con il potente suono dei loro strumenti musicali.
[22] Ezechia lodò cordialmente tutti i leviti per la dedizione dimostrata nel servizio al Signore. Essi, per sette giorni, offrirono i sacrifici per i banchetti sacri e lodarono il Signore, Dio dei loro padri.
[23] L' assemblea decise di prolungare la festa per altri sette giorni e anche questa seconda settimana fu piena di gioia.
[24] Il re Ezechia, infatti, mise a disposizione del popolo mille buoi e settemila pecore, e le altre autorità altri mille buoi e diecimila pecore. Moltissimi sacerdoti si purificarono per i sacrifici. Gli abitanti del regno di Giuda, i sacerdoti e i leviti, la gente venuta dai territori del nord, sia i pellegrini sia quelli che si erano stabiliti nel regno di Giuda, tutti furono pieni di gioia.
[25] La gioia di Gerusalemme fu grandissima, perché un simile avvenimento non si era visto dai tempi del re Salomone figlio di Davide.
[26] Alla fine i sacerdoti leviti benedissero il popolo. La loro voce salì fino al cielo e la loro preghiera raggiunse la santa dimora di Dio.