< 2 Samuele 15

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[1] In seguito Assalonne si procurò un carro tirato da cavalli e una guardia personale di cinquanta uomini.
[2] Ogni mattina Assalonne si fermava sul bordo della strada, appena fuori della porta di Gerusalemme. Quando arrivava qualcuno che andava dal re per avere una sentenza su una lite, Assalonne lo chiamava e gli domandava: - Da che città vieni? - Vengo dalla tale città del territorio del nord, - rispondeva quello.
[3] - Vedi, - diceva Assalonne, - certamente le tue ragioni sono giuste e legittime ma, a corte, nessuno ti ascolterà.
[4] E aggiungeva: - Se mettessero me giudice in questo paese, io renderei giustizia a chiunque venisse per una lite o un processo.
[5] Qualcuno si avvicinava e s' inchinava davanti ad Assalonne fino a terra. Allora lui stendeva la mano per farlo alzare, lo abbracciava e lo baciava.
[6] Faceva così con tutti quelli che dal nord, dal territorio d' Israele, venivano dal re per un processo. In questo modo si guadagnava la simpatia di tutta la gente del nord.
[7] Dopo quattro anni Assalonne disse al re: - Vorrei andare a Ebron, per mantenere la solenne promessa che ho fatto al Signore,
[8] quando ero a Ghesur presso gli Aramei. Ho promesso al Signore un sacrificio di ringraziamento, se mi avesse fatto tornare a Gerusalemme.
[9] - Va' pure in pace, - gli rispose il re. Assalonne andò a Ebron.
[10] Mandò messaggeri a tutte le tribù del nord con quest' ordine: "Quando verrà dato il segnale con le trombe, annunziate che Assalonne è diventato re a Ebron".
[11] Duecento uomini erano andati con Assalonne da Gerusalemme a Ebron. Erano stati invitati da lui, ma essi erano all' oscuro dei suoi progetti e del tutto innocenti.
[12] Assalonne mandò a chiamare anche Achitofel, il Ghilonita, nella sua città di Ghilo, dove stava compiendo sacrifici: Achitofel era uno dei consiglieri di Davide. La congiura si rafforzava: i seguaci di Assalonne andavano aumentando.
[13] A questo punto Davide fu informato che gli Israeliti del nord parteggiavano per Assalonne.
[14] Egli convocò tutti i suoi collaboratori che si trovavano a Gerusalemme e disse: - Dobbiamo fuggire: non abbiamo possibilità di salvarci da Assalonne. Facciamo in fretta; egli sta per arrivare e, se ci trova qui, sarà la nostra fine e il massacro dei cittadini.
[15] - Siamo ai tuoi ordini, - risposero tutti; - faremo come decidi tu.
[16] Il re, con i suoi familiari, lasciò la reggia a piedi e affidò la custodia del palazzo a dieci concubine.
[17] Tutti gli altri, insieme con il re, andarono a piedi fino all' ultima casa della città e là si fermarono.
[18] Sfilarono davanti a Davide i suoi collaboratori, i Cretei e i Peletei della sua guardia e tutti i seicento uomini provenienti dalla città di Gat che l' avevano seguito.
[19] Quando vide il loro capo, Ittai di Gat, il re Davide gli disse: - Perché vuoi venire anche tu con noi? Torna in città e mettiti con l' altro re, tu sei un forestiero e per di più sei già in esilio dalla tua patria.
[20] Sei arrivato qui da poco tempo, e dovrei subito farti ripartire insieme con me, quando neppure io so dove andrò? Torna indietro con tutti i tuoi uomini, e il Signore ti ricambi con bontà e fedeltà.
[21] - Giuro per il Signore e per la tua vita, o mio re, - rispose Ittai, - che io sarò sempre dove sarai tu, nella vita e nella morte.
[22] - Allora avanti, - rispose Davide. Ittai si mise in marcia con i suoi soldati e le loro famiglie.
[23] Tutta la gente piangeva forte mentre passava accanto a Davide. Infine Davide attraversò il torrente Cedron, e con tutti quelli che lo accompagnavano prese la strada verso il deserto.
[24] Il sacerdote Zadok, con tutti i leviti, aveva portato l' arca dell' alleanza di Dio. La collocarono davanti al popolo ed Ebiatar offrì sacrifici finché tutto il popolo non uscì dalla città.
[25] Il re Davide disse a Zadok: "Riporta in città l' arca di Dio. Se il Signore mi tratterà con bontà, mi farà ritornare e potrò rivedere l' arca e il suo santuario.
[26] Se invece non gli sarò più gradito, egli faccia di me secondo la sua volontà".
[27] Poi disse ancora al sacerdote Zadok: "Vedi, è meglio che torniate in città in pace, tu con tuo figlio Achimaaz ed Ebiatar con suo figlio Gionata.
[28] Fate attenzione: io mi fermerò nel deserto dove si attraversa il fiume, fino a quando non avrò ricevuto notizie da voi".
[29] Zadok ed Ebiatar riportarono l' arca di Dio a Gerusalemme e si fermarono là.
[30] Davide iniziò la salita del monte degli Ulivi. Camminava a capo coperto e a piedi scalzi e piangeva. Tutti quelli che l' accompagnavano avevano il capo coperto: camminavano e piangevano anche loro.
[31] Fu portata a Davide la notizia che Achitofel era passato dalla parte di Assalonne tra i congiurati ed egli pregò: "O Signore, rendi vani i consigli che darà".
[32] Quando Davide giunse sulla cima del monte dove si adorava Dio, gli venne incontro Cusai l' Archita, il suo consigliere. Aveva la veste strappata e il capo coperto di polvere in segno di dolore.
[33] Davide gli disse: "Se tu vieni con me non mi sarai d' aiuto.
[34] Se invece, tornato in città, dirai ad Assalonne che ora ti metti al suo servizio come prima avevi fatto con me, allora potrai volgere in mio favore i consigli di Achitofel.
[35] In città potrai contare sui sacerdoti Zadok ed Ebiatar. Le notizie che avrai alla reggia le comunicherai a loro.
[36] Essi hanno con sé i loro figli: Zadok ha Achimaaz ed Ebiatar ha Gionata; vi servirete di loro per farmi giungere tutte le notizie".
[37] Cusai, il consigliere di Davide, giunse a Gerusalemme nello stesso momento in cui vi arrivava anche Assalonne.