< 2 Cronache 18

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[1] Giosafat divenne molto ricco e famoso e, con le nozze del figlio, s' imparentò con Acab re d' Israele.
[2] Dopo alcuni anni Giosafat andò a trovare Acab a Samaria. Acab uccise per l' occasione molti buoi e molte pecore per festeggiare Giosafat e il suo seguito. Cercò poi di persuaderlo ad attaccare, insieme con lui, la città di Ramot di Galaad.
[3] Gli propose: - Vuoi allearti con me contro Ramot di Galaad? - Conta pure su di me e sul mio esercito, - rispose Giosafat. - Combatterò con te.
[4] Prima però, interroghiamo il Signore, oggi stesso.
[5] Il re Acab convocò i suoi profeti, quattrocento in tutto, e chiese loro: - Possiamo attaccare Ramot di Galaad o io devo rinunziare? - Va' pure all' attacco, - risposero i profeti. - Dio farà cadere la città in tuo potere.
[6] Giosafat chiese: - Non c' è un altro profeta del Signore che ci aiuti a interrogarlo?
[7] Il re Acab rispose: - Ce n' è ancora uno: è Michea figlio di Imla. Lui può aiutarci a interrogare il Signore, però io lo detesto perché non mi annunzia mai niente di buono: sempre cose cattive! - Tu, o re, non dovresti parlare così, - replicò Giosafat.
[8] Allora il re Acab chiamò un ministro e gli ordinò di far venire al più presto Michea figlio di Imla.
[9] Intanto Acab, re d' Israele, e Giosafat, re di Giuda, con indosso i loro abiti regali, stavano seduti, ognuno su un trono, sullo spiazzo all' ingresso di Samaria. I profeti pronunziavano oracoli in loro presenza.
[10] Uno di loro, Sedecia figlio di Chenaana, si era fatto un paio di corna di ferro e diceva: "Il Signore ha parlato e ha detto: Con queste schiaccerai gli Aramei".
[11] Tutti i profeti dicevano la stessa cosa: "Attacca Ramot di Galaad! Ce la farai. Il Signore farà cadere in mano tua la città!".
[12] Nel frattempo, il messaggero che era andato a chiamare Michea, gli diceva: - Tutti i profeti, a una sola voce, annunziano al re cose buone. Fa' anche tu come loro e fagli buone previsioni.
[13] Michea rispose: - Com' è vero che il Signore vive, dirò quel che il mio Dio mi farà dire.
[14] Michea andò dal re e questi gli chiese: - Possiamo attaccare Ramot di Galaad o dobbiamo rinunziare? Michea rispose: - Certo, attaccate pure, ce la farete! Il Signore farà cadere la città in vostro potere!
[15] Anche questa volta, ti scongiuro - disse il re Acab: - dimmi soltanto la verità quando parli in nome del Signore.
[16] Allora Michea rispose: - Ho visto il popolo d' Israele disperso sulle montagne, come un gregge senza pastore. Il Signore ha detto: "Questi uomini son senza guida; tornino in pace alle loro case!".
[17] Acab disse a Giosafat: - Te l' avevo detto: quest' uomo non mi annunzia mai niente di buono, ma solo cose cattive!
[18] Michea riprese a parlare: - Ascoltate la parola del Signore! Io l' ho visto seduto sul suo trono, con tutti i suoi servitori in piedi alla sua destra e alla sua sinistra.
[19] A un certo punto ha chiesto loro: "Chi convincerà Acab re d' Israele ad andare a Ramot di Galaad, dove finirà ammazzato?". I servitori davano le risposte più varie,
[20] finché uno spirito si è presentato al Signore e ha detto: "Lo convincerò io!". Il Signore gli ha chiesto come avrebbe fatto
[21] e lui ha risposto: "Farò uscire menzogne dalla bocca dei profeti". "Va' pure, ingannalo così! Ci riuscirai", gli ha detto il Signore.
[22] E Michea concluse: - Il Signore ha fatto uscire menzogne dalla bocca dei profeti, ma in realtà ha deciso di farti finir male.
[23] Sedecia figlio di Chenaana si avvicinò a Michea, gli diede uno schiaffo e gli disse: - Da che parte lo spirito del Signore è uscito da me per parlare a te?
[24] Lo vedrai il giorno che cercherai un nascondiglio di stanza in stanza, - rispose Michea.
[25] Il re Acab ordinò: - Arrestate Michea e consegnatelo ad Amon, governatore della città, e al principe Ioas.
[26] Ordinate loro di rinchiuderlo in prigione e di tenerlo a pane e acqua, finché non tornerò sano e salvo dalla guerra!
[27] Michea replicò: - Se tornerai sano e salvo vorrà dire che non è stato il Signore a parlare per bocca mia!
[28] Il re d' Israele, Acab, e il re di Giuda, Giosafat, attaccarono Ramon di Galaad.
[29] Acab disse a Giosafat: "Per combattere io mi travestirò ma tu tieni i tuoi abiti regali". Il re Acab si travesti e andò a combattere.
[30] Il re di Aram aveva ordinato ai capi dei suoi carri: "Voi cercate di colpire il re d' Israele e lasciate perdere tutti gli altri".
[31] Quando i capi dei carri videro Giosafat, dissero: "Ecco là il re d' Israele!". E lo circondarono per attaccarlo. Giosafat si mise a gridare. In quel momento il Signore l' aiutò e Dio fece allontanare da lui quelli che lo aggredivano.
[32] I capi dei carri si accorsero che non era lui il re d' Israele e si allontanarono.
[33] Un soldato, però, tirò a caso con l' arco e una freccia colpì proprio Acab, infilandosi tra le piastre della sua corazza. "Sono ferito! -gridò Acab al suo cocchiere, - gira il carro e portami lontano dal campo di battaglia".
[34] La battaglia infuriò per tutto il giorno e Acab, re d' Israele, dovette stare nel suo carro fino a sera, di fronte allo schieramento arameo. Al tramonto morì.