< 1 Re 20

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[1] Ben Adad, re di Aram, radunò il suo esercito e marciò contro Samaria. Aveva con sé trentadue re, carri e cavalieri. Assediò la città e l' attaccò.
[2] Mandò dentro la città alcuni messaggeri ad Acab,
[3] per riferirgli questo messaggio: "Il re Ben-Adad esige il tuo oro e il tuo argento, le tue donne e i tuoi figli più forti".
[4] Il re d' Israele rispose: "O re, mio padrone, è come hai detto tu; io e le mie cose ti apparteniamo".
[5] I messaggeri tornarono nuovamente da Acab con questo messaggio da parte del re Ben-Adad: "Ti ho fatto dire di consegnarmi il tuo oro e il tuo argento, le tue donne e i tuoi figli più forti.
[6] Ma domani a quest' ora manderò da te i miei ufficiali; saranno loro a frugare in casa tua e nelle abitazioni dei tuoi ministri. Prenderanno tutto quel che hai di più prezioso e lo porteranno via".
[7] Acab convocò gli anziani del suo territorio e disse loro: - è chiaro anche a voi che quest' uomo vuole la mia rovina. Eppure, quando ha preteso i miei figli e le mie donne, il mio oro e il mio argento, non gli ho rifiutato nulla!
[8] Gli anziani e il popolo dissero al re: - Non dar retta a Ben-Adad, non cedere!
[9] Allora Acab incaricò i messaggeri di Ben-Adad di portargli questa risposta: "O re, mio padrone, avrei fatto tutto quel che mi hai chiesto la prima volta, ma quel che chiedi ora non posso proprio farlo!". I messaggeri riferirono ogni cosa.
[10] Ben-Adad allora mandò a dire ad Acab: "Gli dèi mi puniscano se, quando distruggerò Samaria, la sua polvere basterà a darne una manciata a tutti i miei soldati!".
[11] Il re d' Israele rispose: "Non cantar vittoria troppo presto! Non è ancora detta l' ultima parola!".
[12] Quando ricevette la risposta di Acab, Ben-Adad stava bevendo con gli altri re nel suo accampamento. Ordinò ai suoi ufficiali: "Subito all' attacco di Samaria!". Ed essi si schierarono per l' attacco.
[13] Un profeta andò da Acab, re d' Israele, e gli disse: - Il Signore ti manda a dire: "Vedi questo numeroso esercito? Oggi lo farò cadere in tuo potere. Allora riconoscerai che io sono il Signore!".
[14] - Per mezzo di chi il Signore mi darà la vittoria? - chiese Acab. - Per mezzo dei giovani, al comando dei capi delle province. Ecco la risposta del Signore, - disse il profeta. Acab chiese ancora: - Chi inizierà l' attacco? - Tu, - rispose il profeta.
[15] Acab passò in rassegna i giovani al comando dei capi delle province: erano in tutto duecentotrentadue. Poi passò in rassegna anche il resto degli uomini d' Israele, settemila in tutto.
[16] Verso mezzogiorno, mentre Ben-Adad si stava ubriacando nel suo accampamento insieme ai trentadue re suoi alleati, gli Israeliti attaccarono.
[17] I giovani al comando dei capi delle province uscirono per primi. Ben-Adad chiese informazioni e gli fu annunziato che degli uomini erano usciti da Samaria.
[18] Allora ordinò: "Se sono usciti con intenzioni pacifiche, prendeteli vivi. Se sono usciti per combattere... prendeteli vivi ugualmente".
[19] Intanto, i giovani al comando dei capi delle province erano usciti all' attacco, seguiti dal resto dell' esercito.
[20] Ognuno colpì un avversario. Gli Aramei si diedero alla fuga, inseguiti dagli Israeliti. Ben-Adad, re di Aram, fuggì a cavallo con altri cavalieri.
[21] Poi Acab, re d' Israele, uscì in battaglia, distrusse la cavalleria e i carri e inflisse agli Aramei una sconfitta tremenda.
[22] Il profeta andò dal re d' Israele e gli disse: "Sii coraggioso, ma sta' attento a quel che devi fare, perché l' anno prossimo a quest' epoca il re di Aram verrà nuovamente ad attaccarti".
[23] I ministri del re di Aram dissero al loro signore: "Il Dio degli Israeliti è un Dio delle montagne. Per questo sono stati più forti di noi. Se però combatteremo in pianura, riusciremo a batterli.
[24] Perciò, ora fai così. Allontana i re alleati dai posti di comando e sostituiscili con degli ufficiali.
[25] Organizza un nuovo esercito, forte come quello che hai perso, e procurati cavalieri e carri in gran numero, come prima. Combatteremo gli Israeliti nella pianura e certamente riusciremo a sconfiggerli". Il re di Aram ascoltò il consiglio dei suoi ministri.
[26] Trascorso un anno, passò in rassegna le sue truppe e salì ad Afek per combattere contro Israele.
[27] Anche gli Israeliti furono passati in rassegna dal loro re, ricevettero viveri, si diressero verso gli Aramei e si accamparono di fronte a loro. Gli Aramei riempivano la pianura e gli Israeliti, in confronto, sembravano due piccoli greggi di capre.
[28] Il profeta andò dal re d' Israele e gli disse: "Ascolta questo messaggio del Signore: "Gli Aramei hanno detto che io, il Signore, sono un Dio delle montagne e non della pianura, ma ora io li farò cadere in mano tua, anche se sono molto numerosi! Allora vi accorgerete che io sono il Signore!".
[29] Per sette giorni Israeliti e Aramei rimasero nei loro accampamenti, gli uni di fronte agli altri. Il settimo giorno iniziarono i combattimenti e gli Israeliti uccisero centomila soldati aramei.
[30] I superstiti si rifugiarono nella città di Afek, ma ventisettemila di loro furono travolti da un crollo delle mura. Anche Ben-Adad era fuggito in quella città e si nascondeva di stanza in stanza.
[31] I suoi ufficiali gli dissero: "Abbiamo sentito dire che i re d' Israele hanno buon cuore. Vestiamoci di sacco, leghiamoci le braccia sopra la testa e usciamo così incontro al re d' Israele. Forse ci lascerà salva la vita".
[32] Così si vestirono di sacco e si legarono le braccia sopra la testa. Poi andarono da Acab, re d' Israele, e gli dissero: - Ben-Adad ti supplica di non ucciderlo. Acab rispose: - è ancora vivo? in questo caso è un fratello per me!
[33] Gli ufficiali di Ben-Adad presero subito quelle parole di Acab come un buon segno e dissero a loro volta: - Ben-Adad è un fratello per te! - Andatelo a cercare, - disse Acab. Quando Ben-Adad arrivò, Acab lo fece salire sul suo carro.
[34] Ben-Adad gli disse: - Ti restituirò le città che mio padre ha preso a tuo padre e ti darò il diritto di vendere i tuoi prodotti a Damasco, come mio padre ha fatto a Samaria. Acab rispose: - A queste condizioni ti lascio andare. Stipulò un patto con lui e lo lasciò libero.
[35] Uno che apparteneva a un gruppo di profeti, per ordine del Signore, disse ad un suo compagno: - Picchiami!, - ma l' altro si rifiutò.
[36] Il profeta, allora, replicò: - Non hai voluto ubbidire ad un ordine del Signore; perciò quando mi avrai lasciato, sarai assalito da un leone. Infatti l' altro se ne andò e fu aggredito da un leone.
[37] Il profeta incontrò un altro uomo e anche a lui disse: - Picchiami! L' uomo lo picchiò duramente e lo ferì.
[38] Poi il profeta andò ad aspettare il re sulla strada; si era reso irriconoscibile mettendosi una sciarpa sugli occhi.
[39] Quando il re passò di lì, il profeta gli gridò: - O re, mi trovavo nel mezzo della battaglia. Un soldato che si ritirava mi ha affidato un prigioniero da custodire, e mi ha detto: "Se lo lasci fuggire, pagherai con la tua vita oppure con un rimborso di tremila monete d' argento".
[40] Però, mentre ero occupato in altre cose, il prigioniero mi è sfuggito. Il re gli rispose: - Tu stesso hai pronunziato la tua condanna!
[41] Il profeta, allora, si scoprì il volto e il re riconobbe in lui uno dei profeti.
[42] Il profeta disse al re: - Ascolta questo messaggio del Signore: Tu hai lasciato fuggire il re che io invece avevo destinato allo sterminio. Ora tu pagherai per lui con la tua vita e il tuo popolo pagherà per il suo popolo!
[43] Il re tornò a Samaria, a casa sua, irritato e di cattivo umore.