< 1 Re 3

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[1] Il re Salomone decise di fare alleanza con il faraone, re d' Egitto; così sposò una delle sue figlie. Finché non ebbe finito di costruire il suo palazzo, il tempio e le mura di Gerusalemme, Salomone la fece abitare nella Città di Davide.
[2] A quel tempo non era ancora stato costruito un tempio dedicato al Signore, e il popolo continuava a offrire sacrifici nei santuari sulle colline.
[3] Salomone amava il Signore ed era fedele alla volontà di suo padre Davide, eppure andò anche lui a offrire sacrifici e a bruciare incenso in quei luoghi.
[4] Un giorno Salomone andò a Gabaon per offrire dei sacrifici. Gabaon era il più importante dei santuari di quel territorio. Salomone aveva bruciato su quell' altare un migliaio di animali.
[5] Durante la notte, il Signore apparve in sogno a Salomone e gli disse: - Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò.
[6] Salomone rispose: - Tu hai sempre dimostrato un grande amore per mio padre Davide, e anche lui ha sempre agito nei tuoi confronti con lealtà, giustizia e sincerità. Tu hai sempre dato prova di questo tuo grande amore per lui e infine gli hai dato un figlio che oggi siede sul suo stesso trono.
[7] Signore, mio Dio, tu mi fai regnare al posto di Davide, mio padre, ma io sono ancora giovane e inesperto.
[8] Il popolo che hai scelto per te è così numeroso che non lo si può nemmeno contare. E io mi trovo a capo proprio di questo popolo!
[9] Ti prego. Dammi la saggezza necessaria per amministrare la giustizia tra il popolo e per distinguere il bene dal male. Senza il tuo aiuto, chi è capace di guidare il tuo popolo, che è così grande?
[10] La richiesta di Salomone piacque al Signore.
[11] Allora Dio gli disse: - Non mi hai chiesto di vivere a lungo, di diventare ricco o di far morire i tuoi nemici. Mi hai chiesto invece di saper amministrare la giustizia. Farò come hai detto,
[12] anzi ti darò tanta sapienza e intelligenza, come nessuno ne ha mai avute e mai potrà averne.
[13] Inoltre, anche se non me l' hai chiesto, ti darò tanta ricchezza e tanta gloria da superare quella degli altri re.
[14] Se mi sarai fedele, se osserverai le mie leggi e i miei comandamenti come ha fatto tuo padre, io ti darò anche una lunga vita.
[15] Salomone si svegliò e capì che Dio gli aveva parlato in sogno. Allora tornò a Gerusalemme, andò davanti all' arca dell' alleanza, offrì vari sacrifici e fece festa con tutti i suoi servi.
[16] Un giorno due prostitute vennero dal re Salomone.
[17] Una di loro disse: - Mio signore, ascoltami, ti prego. Io abito insieme con questa donna e ho partorito mentre lei era in casa.
[18] Tre giorni dopo, anche lei ha avuto un bambino. Eravamo sole in casa, non c' era proprio nessun altro.
[19] Una notte il bimbo di questa donna è morto perché lei gli si è sdraiata sopra nel sonno.
[20] Nel cuore della notte, mentre dormivo, lei si è alzata. è venuta a prendere mio figlio, che tenevo vicino a me, e l' ha portato a dormire con sé Nel mio letto ha lasciato il bambino morto.
[21] Al mattino, quando mi sono alzata per allattare mio figlio, mi sono accorta che era morto. Poi ho guardato più attentamente e ho visto che non era il bambino che avevo partorito io.
[22] Ma l' altra donna esclamò: - Non è vero! Il bambino vivo è mio, il tuo è quello morto! La prima rispose: - No! è morto il tuo, quello vivo è il mio! Le due donne si misero a litigare davanti al re.
[23] Allora il re disse: - Dunque: una di voi dice che il bambino vivo è suo figlio, l' altra sostiene il contrario!
[24] Mandò a prendere una spada
[25] e ordinò: - Tagliate in due il bambino vivo e datene metà a ciascuna.
[26] La prima donna si sentì gelare il sangue, perché il bambino vivo era il suo, e gridò: - Ti prego, signore, da' pure a lei il bambino, ma non farlo uccidere! L' altra invece rispose: - No, non darlo né a me né a lei. Fallo tagliare in due!
[27] A questo punto il re pronunziò il suo giudizio: - Non uccidete il bambino. Datelo alla prima donna: è lei la madre.
[28] In Israele tutti vennero a conoscenza della decisione presa dal re Salomone e provarono un profondo rispetto per lui. Si erano resi conto che Dio stesso gli aveva dato la saggezza necessaria per giudicare con giustizia.