< 1 Re 21

Listen to this chapter • 4 min
[1] Nella città di Izreel, accanto al palazzo di Acab, re di Samaria, c' era una vigna. Essa apparteneva a un certo Nabot.
[2] Un giorno, Acab disse a Nabot: - Cedimi la tua vigna. Vorrei usarla come orto, perché è molto vicina al mio palazzo. In cambio ti darò una vigna migliore o, se preferisci, il giusto prezzo.
[3] Nabot rispose ad Acab: - Ho ricevuto questa vigna in eredità dai miei antenati, perciò non ho il diritto di cedertela. Il Signore non lo permetterebbe.
[4] Il re Acab se ne tornò a casa irritato e di cattivo umore, perché Nabot si era rifiutato di cedergli l' eredità ricevuta dai suoi antenati. Andò a letto senza mangiare e voltò la faccia contro il muro.
[5] Sua moglie Gezabele venne da lui e gli chiese: - Perché sei così di cattivo umore? Perché non mangi niente?
[6] Acab rispose: - Ho chiesto a Nabot di Izreel di cedermi la sua vigna in cambio di denaro o, se preferiva, di un' altra vigna, ma lui mi ha risposto: "Non ti darò la mia vigna!".
[7] - Sei o non sei tu il re d' Israele? - ribatté la moglie Gezabele. - Adesso alzati, vieni a mangiare e non preoccuparti; ti farò avere la vigna di Nabot di Izreel.
[8] La regina scrisse alcune lettere a nome del re e le autenticò col sigillo regale e le mandò agli anziani e alle persone più importanti della città dove abitava Nabot.
[9] Le lettere dicevano: "Proclamate un giorno di digiuno, radunate la gente e fate sedere Nabot davanti a tutti.
[10] Poi fate venire due persone senza scrupoli ad accusare Nabot di aver maledetto Dio e il re. Alla fine conducetelo fuori città e uccidetelo a sassate".
[11] Gli anziani e le persone importanti della città dove viveva Nabot ubbidirono agli ordini mandati per lettera dalla regina Gezabele.
[12] Proclamarono un giorno di digiuno e, quando la gente si fu riunita, fecero sedere Nabot davanti a tutti.
[13] Vennero due persone senza scrupoli e accusarono Nabot di aver maledetto Dio e il re. Nabot fu portato fuori della città e ucciso a sassate.
[14] Poi mandarono a dire a Gezabele: "Nabot è morto, ucciso a colpi di pietra".
[15] Appena ricevette questa notizia, Gezabele disse al re Acab: "Puoi andare a prender possesso della vigna che Nabot si rifiutava di cederti: ormai è morto!".
[16] A queste parole, Acab si alzò subito e andò a impadronirsi della vigna di Nabot.
[17] Allora il Signore disse a Elia di Tisbe:
[18] "Va' dal re d' Israele lo troverai nella vigna di Nabot, della quale è andato a prendere possesso.
[19] Riferiscigli queste parole da parte mia: Tu hai ucciso un uomo e ora vuoi impadronirti dei suoi beni?, e poi aggiungi: I cani leccheranno il tuo sangue nello stesso posto dove hanno leccato quello di Nabot!".
[20] Quando il re Acab vide Elia, gli disse: - Sei riuscito a trovarmi, mio nemico? - Sì, ti ho trovato, - rispose Elia, - perché tu non fai altro che andar contro la volontà del Signore.
[21] Perciò egli ti manda a dire: "Manderò una rovina sulla tua famiglia. Eliminerò ogni maschio della tua famiglia, dal primo all' ultimo, in tutto Israele.
[22] Farò fare alla tua dinastia la fine di quella di Geroboamo, figlio di Nebat, e di quella di Baasa, figlio di Achia, perché tu mi hai esasperato e hai spinto il popolo d' Israele nel peccato!".
[23] Il Signore ha anche parlato di Gezabele, - aggiunse Elia. - Il suo corpo sarà divorato dai cani nella città di Izreel.
[24] Acab! - concluse Elia, - tutti quelli della tua famiglia che morranno in città saranno sbranati dai cani, quelli che morranno in campagna li mangeranno gli uccelli rapaci.
[25] (Nessuno fu così ostinato contro la volontà del Signore come Acab, perché sua moglie lo istigava.
[26] Fece le cose più vergognose, adorò gli idoli, proprio come il popolo degli Amorrei che il Signore aveva cacciato dal territorio all' avanzata del popolo d' Israele).
[27] Quando il re Acab udì le parole di Elia, si strappò le vesti, si mise addosso un sacco e cominciò a digiunare. Dormiva avvolto nel sacco e camminava a testa bassa.
[28] Allora il Signore disse al profeta Elia:
[29] "Hai visto come Acab si è umiliato davanti a me? Per questo non colpirò la sua famiglia durante la sua vita, ma durante quella di suo figlio".