< 1 Re 13

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[1] Per ordine del Signore, un profeta si recò dal territorio di Giuda fino a Betel. Arrivò proprio mentre Geroboamo stava offrendo incenso sull' altare.
[2] Come gli aveva ordinato il Signore, il profeta si volse verso l' altare e gridò: "Altare, altare! Tra i discendenti di Davide nascerà un uomo di nome Giosia - dice il Signore. - Egli sacrificherà sopra di te i sacerdoti dei santuari sulle colline, quelli che depongono su di te le loro offerte d' incenso. Su di te bruceranno ossa umane!"
[3] Quello stesso giorno il profeta disse: "Ora vi darò una prova che il Signore ha parlato. L' altare si spaccherà e la cenere che c' è sopra si spargerà".
[4] Quando il re Geroboamo sentì le minacce pronunziate dal profeta, alzò la mano dall' altare e ordinò: "Prendete quest' uomo!". Ma il braccio gli rimase paralizzato e non riuscì più a piegarlo.
[5] L' altare si spaccò e la cenere si sparse per terra, come il profeta aveva preannunziato per ordine del Signore.
[6] Allora il re disse al profeta: "Supplica il Signore, il tuo Dio, di calmare il suo sdegno; pregalo di guarire la mia mano". Il profeta supplicò il Signore e la mano del re tornò sana come prima.
[7] Il re disse allora al profeta: - Vieni a casa mia a mangiare qualcosa. Voglio farti un regalo.
[8] Ma il profeta rispose al re: - Non verrò a casa tua, non mangerò un solo boccone e non berrò una goccia d' acqua in questo posto, neppure se tu mi darai la metà dei tuoi averi.
[9] Il Signore mi ha ordinato di non mangiare né bere niente e di non ritornare per la stessa strada.
[10] Poi il profeta se ne andò per un' altra via, senza ripassare per la strada fatta per venire a Betel.
[11] A Betel viveva un anziano profeta. I suoi figli gli raccontarono tutto quel che il profeta venuto dal regno di Giuda aveva fatto quel giorno proprio a Betel e le parole che aveva dette al re.
[12] Il padre chiese loro che strada aveva preso il profeta venuto dal regno di Giuda. Siccome i figli avevano visto in quale direzione era andato,
[13] il vecchio profeta disse loro di sellargli l' asino. I figli ubbidirono, il vecchio montò sull' asino e
[14] corse dietro al profeta venuto dal regno di Giuda. Lo trovò seduto sotto un grande albero e gli chiese: - Sei tu il profeta venuto dal regno di Giuda?
[15] L' altro rispose di sì. Allora il vecchio profeta gli disse: - Vieni a casa mia a mangiare qualcosa.
[16] Ma il profeta venuto dal regno di Giuda rispose: - Non posso venire con te. Non posso mangiare un solo boccone, né bere una sola goccia d' acqua in questo luogo.
[17] Il Signore mi ha ordinato di non fermarmi qui a mangiare e di tornare subito nel regno di Giuda, per una strada diversa da quella fatta all' andata.
[18] Il vecchio insistette: - Anch' io sono un profeta, come te. Un angelo mandato da Dio mi ha ordinato di invitarti a casa mia a mangiare e bere qualcosa. In realtà il vecchio mentiva,
[19] ma il profeta venuto dal regno di Giuda lo seguì e mangiò a casa sua.
[20] Erano ancora seduti a tavola, quando il Signore spinse il vecchio profeta di Betel a parlare.
[21] Egli gridò all' altro profeta: "Ascolta quel che ti dice il Signore: Hai osato resistere ai miei ordini, non hai rispettato le disposizioni che il tuo Dio ti ha dato.
[22] Sei tornato a Betel, hai mangiato e bevuto, anche se ti avevo ordinato di non farlo. Morirai e il tuo cadavere non sarà sepolto con i tuoi padri".
[23] Dopo il pranzo il vecchio profeta sellò l' asino dell' altro profeta,
[24] che si mise in viaggio. Per la strada fu assalito da un leone e ucciso. Il suo cadavere rimase sulla strada, con accanto il leone e l' asino, immobili.
[25] Alcuni uomini che passavano per la strada videro il cadavere per terra, e accanto il leone. Andarono a raccontare il fatto nella città dove abitava il vecchio profeta.
[26] Così anche lui, - che aveva convinto l' altro profeta a tornare a Betel, - venne a sapere quel che era successo. Allora disse: "Questo profeta si è opposto alla volontà del Signore. Perciò il Signore lo ha abbandonato e il leone lo ha assalito. è stato ucciso, come il Signore aveva detto".
[27] Il vecchio ordinò ai suoi figli di sellargli l' asino ed essi ubbidirono.
[28] Poi partì e trovò il cadavere del profeta steso sulla strada. L' asino e il leone erano ancora lì vicino. Il leone non aveva divorato il cadavere e neppure sbranato l' asino.
[29] Il vecchio raccolse il cadavere, lo caricò sull' asino e lo portò a Betel, per far lutto e seppellirlo.
[30] Il cadavere fu sepolto nella tomba del vecchio profeta di Betel, mentre la gente cantava il lamento funebre: "Ahimè, fratello mio... ".
[31] Terminato il funerale, il vecchio disse ai suoi figli: "Quando morirò, mi seppellirete nella mia tomba, dove adesso abbiamo sepolto il profeta venuto dal regno di Giuda; metterete il mio cadavere accanto al suo.
[32] Quanto alle minacce da lui pronunziate per ordine del Signore contro l' altare di Betel e contro i santuari sulle colline di Samaria, esse si realizzeranno di certo".
[33] Nonostante questi fatti, Geroboamo non smise di commettere le sue azioni malvagie. Sceglieva a caso i sacerdoti per i santuari sulle colline. Faceva sacerdoti tutti quelli che ne avevano voglia.
[34] Questo modo di agire fu la grande colpa della famiglia di Geroboamo. Per questo essa fu distrutta e cancellata per sempre dalla faccia della terra.